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Stagione 2024/25
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Mefistofele

Dal 22 al 22 nov 1999

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Presentazione

La leggenda di Faust affonda le sue radici nella tradizione popolare dei teatri di marionette che agivano sulle piazze durante le fiere o i giorni di mercato. Il tema del patto fra l'essere umano e il soprannaturale, diavolo o morte, era una tematica che trovava ampio spazio nella drammaturgia marionettistica non soltanto per le problematiche filosofiche ed etiche che ne scaturivano, ma per gli aspetti scenotecnici di grande effetto che i marionettisti impiegavano per colpire l'attenzione degli spettatori. Goethe ha quattro anni (siamo nel 1753) quando la nonna gli regala un "fatidico" teatrino per le marionette, ed è ancora fanciullo quando subisce il fascino delle versioni popolari e fiabesche sulla leggenda di Faust che le compagnie marionettistiche presentano. Il nucleo essenziale della leggenda di Faust è il patto fra un uomo di dottrina e il diavolo che gli procurerà vantaggi di varia natura come il potere, la conoscenza ed il godimento in cambio dell'anima. Il personaggio di Faust non è più l'individuo di età medioevale, è quello che ancora legato al Medioevo è, però, passato attraverso l'Umanesimo e il Rinascimento ed è stato fortemente segnato dalla Riforma Luterana; egli è l'uomo "moderno" che approda all'età barocca sino a divenire vittorioso con l'Illuminismo e la Rivoluzione francese. E', insomma, la sintesi umana dei grandi personaggi di pensiero non più disposti ad accettare il sistema chiuso dei secoli medioevali. Ma è, altresì, interessante analizzare le trasformazioni storiche, sociali, politiche e culturali vissute da Goethe durante i decenni in cui si articolò la stesura del Faust. Il periodo letterario denominato "scapigliatura" aveva ripreso dal Romanticismo le tematiche del desiderio interiore dell'uomo, diviso fra luce ed ombra, fra cielo ed inferno. Arrigo Boito riversò nel suo "Mefistofele" non solo i motivi tipici della "scapigliatura" ma anche lo sperimentalismo per il quale ricorre alla musica con il fine di arricchire la sua vena lirica. Così la parola rara, la ricerca espressiva, l'interesse formale sono portati sino alle estreme conseguenze. Lo spettacolo "Mefistofele", riduzione per marionette dall'opera omonima di Arrigo Boito, si ispira alla tradizione marionettistica che ebbe grande successo fra la fine del secolo XVIII ed il primo cinquantennio del secolo XX. L'autore che, per primo, portò sulla scena una struttura drammaturgica tale da trasformare il teatro con marionette in spettacolo per marionette, fu Haydn che, con le operine commissionategli dal Principe Hesterazy per gli attori in miniatura che recitavano nel teatrino del castello, diede vita ad una forma di spettacolo popolare, malgrado il committente, il luogo ed il pubblico a cui le opere erano destinate. Nacque così una mescolanza di parti mimate, di brani recitati e di arie cantate o momenti corali. Tale fu il successo che nell'Ottocento tutte le formazioni marionettistiche adottarono tale formula teatrale. La Compagnia Carlo Colla e Figli, in particolare, sia nel periodo in cui fu formazione itinerante sia nel mezzo secolo di attività come unico Teatro stabile a Milano (oltre il Teatro alla Scala) fece di tale formula teatrale una cifra di lettura teatrale ben precisa che permise non solo di portare sulle scene i melodrammi più noti del repertorio verdiano quali "Macbeth", "Nabucco", "Attila", "La battaglia di Legnano", "La forza del destino", "Otello" e "Aida", il repertorio classico con "Il matrimonio segreto" di Cimarosa, "Il barbiere di Siviglia", "L'Italiana in Algeri", "Il Turco in Italia", ma di recuperare opere che, dopo un vivo successo sul palcoscenico del Teatro alla Scala, de La Fenice, del Regio di Torino, del Carlo Felice di Genova erano praticamente scomparse. Così "Roberto il Diavolo" di Meyerbeer, "Crispino e la Comare" dei fratelli Ricci, "Chiara di Rosemberg" di Piave, "Guarany" di Gomez, "Cristoforo Colombo" di Franchetti, "I Promessi sposi" di Ponchielli entrarono a far parte quasi esclusivamente del repertorio marionettistico, riportando successi trionfali poiché il palcoscenico delle marionette poteva permettersi cast numerosi e macchinerie teatrali complicatissime e tali da superare qualunque palcoscenico d'opera.






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Locandina

riduzione per marionette di Eugenio Monti Colla

musica

Arrigo Boito

sculture, scene e luci

Franco Citterio

costumi

realizzati dal laboratorio di sartoria dell'Associazione Grupporiani

Parrucche di Carla Colla

i marionettisti

Carlo III Colla, Eugenio Monti Colla, Franco Citterio, Maria Grazia Citterio, Piero Corbella, Debora Coviello, Cecilia Di Marco, Egon Gorghetto, Mariapia Lanino, Tiziano Marcolegio, Sheila Perego, Giampiero Schiavi, Giovanni Schiavolin

direzione all'allestimento

Carlo III Colla

direzione tecnica

Tiziano Marcolegio

regia

Eugenio Monti Colla

produzione

ASSOCIAZIONE GRUPPORIANI – MILANO

Comune di Milano - Teatro Convenzionato