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Turandot

Dal 24 ott al 01 nov 2015

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Presentazione

Il teatro delle marionette all’apparire del mondo post-romantico e delle problematiche drammaturgiche ad esso collegate, si era rispettosamente fermato. Temi troppo importanti e sofferti per le teste di legno ed il loro esprimersi un poco meccanico e ripetitivo. Così il mondo Pucciniano era sempre stato preservato da ogni incursione, benché la tentazione offerta da “Gianni Schicchi” fluttuasse perennemente nell’aria.
Ma come resistere al prorompente fascino e alle innumerevoli difficoltà di “Turandot”? Soprattutto in clima di Expo!
Al di là di ogni tentazione vi è, comunque, un clima di fiaba con la sua buona dose di crudeltà e di morte, vi è un grande disperato amore non ricambiato che impone il sacrificio di sé, vi è un Principe chiuso nel cieco egoismo della sua passione e la Principessa altera che si nega alla gioia dell’amore.
Ma sopra tutti c’è una musica fatta di luci ed ombre, ossessiva, ricca di colori, struggente e densa di mistero. Come resistere al desiderio, seppur presuntuoso, di vedere quanto di tutto questo il mondo delle marionette possa riportare sulla scena con rispetto e fede entusiastica.
Vi è anche un lontano legame con la storia della Principessa Cinese: un antico manoscritto dei primi anni dell’800, rappresentato dalla Compagnia Carlo Colla e Figli, dal titolo “La crudele Zamira” ovvero “La donna nemica degli uomini” in cui una figlia di re mandava a morte i suoi pretendenti. Forse un significativo ripetersi di cicli della Storia sotto la protezione di un grande musicista italiano!


Per tutto l’Ottocento il Teatro Gerolamo e le marionette che vi agivano, a pochi giorni dai debutti scaligeri, presentava gli stessi melodrammi che avevano riscosso maggior consenso per il pubblico: così “Il Guarany”, “Roberto il Diavolo”, “Macbeth”, “Aida”, “Il trovatore”, “La forza del destino”, “La battaglia di Legnano” e via dicendo entrarono nel grande repertorio del mondo marionettistico nelle esecuzioni di piccoli organici musicali, con cantanti in carne ed ossa (meno aulici, si intende), e con qualche momento solo recitato là dove la sintesi della trama si faceva più complessa.
Da anni il Teatro Gerolamo è stato “votato a migliori destini” ma le marionette, in particolare quelle che vi hanno agito per oltre mezzo secolo, hanno continuato questa tradizione e l’hanno fatta conoscere in tutto il mondo con grande successo.
Ma il mondo Pucciniano, così intenso, così delicato, così intruso di realismo e di poesia, non era stato neppure “immaginato” nella drammaturgia degli attori di legno. Ma il fascino esercitato da “Turandot”, sognata e vagheggiata da tempo a livello di inconscio, oggi prende genialmente vita.
Favola assai curiosa, dove all’aura esotica del “tempo delle fiabe” si intrecciano dolore, morte, sacrificio, cinismo, egoismo spietato, tutti moti dell’animo che esaltano quella metafora racchiusa nei corpi di legno di questo “occulti” protagonisti nell’oscillare fra sembianza e realtà e ne scatena la gestualità più complessa.
In corrispondenza di “amorosi sensi” con la Fondazione Casa Ricordi, il Polidesign e l’Associazione Lilopera, i personaggi si rivestono dei costumi creati da Brunelleschi che non videro la luce nella prima edizione del 1926 diretta da Toscanini.
E sul palcoscenico risuoneranno le voci di Maria Callas, Eugenio Fernandi, Elisabeth Schwarzkopf con la direzione dii Tullio Serafin.
Successo? Rischio? Persuasione?
Anche qui “gli enigmi sono tre”.
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Locandina

adattamento per marionette di Eugenio Monti Colla

da un'idea dell'Associazione Lilopera

libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni

dall'omonima fiaba teatrale di Carlo Gozzi

musica

Giacomo Puccini

scene e luci

Franco Citterio

costumi

Eugenio Monti Colla e Cecilia Di Marco, realizzati dalla sartoria dell’Associazione Grupporiani

ispirati ai figurini originali di Umberto Brunelleschi

i marionettisti

Franco Citterio, Maria Grazia Citterio, Piero Corbella, Camillo Cosulich, Debora Coviello, Carlo Decio, Cecilia Di Marco, Tiziano Marcolegio, Pietro Monti, Giovanni Schiavolin, Paolo Sette

consulenza musicale

Danilo Lorenzini

registrazione musicale

Maria Callas: Turandot; Eugenio Fernandi: Calaf

Elisabeth Schwarzkopf: Liù; Nicola Zaccaria: Timur ; Giuseppe Nessi: L’imperatore

Direttore: Tullio Serafin

direzione tecnica

Tiziano Marcolegio

regia

Eugenio Monti Colla

produzione

ASSOCIAZIONE GRUPPORIANI - Milano

Comune di Milano - Teatro Convenzionato

NEXT laboratorio delle idee - Regione Lombardia