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Stagione 2024/25
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Laboratori

I laboratori artigianali dell’Associazione Grupporiani nascono nel 1984 al fine di ricreare le strutture che, nell'Ottocento e nella prima metà del Novecento, fungevano da supporto all'attività di produzione delle grandi Compagnie Marionettistiche.
Gli spettacoli di marionette, da sempre, hanno avuto bisogno del lavoro artigianali di scultori, scenografi, costumisti, parrucchieri e falegnami. Il lavoro di queste maestranze è sempre stato parte integrante del lavoro artistico che ha come risultato finale lo spettacolo per un pubblico, sia di adulti che di bambini. Agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso, quando l’attività della Compagnia Carlo Colla e Figli ritorna ad essere continuativa, alternando gli impegni a livello nazionale ed internazionale, la mancanza di tali strutture di supporto, ormai scomparse a seguito dei cambiamenti socio economici avvenuti a partire dal secondo dopoguerra, ha spinto la Grupporiani a risolvere il problema al proprio interno, “coltivando”, sviluppando ed utilizzando le competenze e le capacità personali dei marionettisti anche per il lavoro di “creazione” artigianale di tutto quanto è necessario per lo spettacolo, ponendo fine alla figura del marionettista “Geppetto” che fa tutto da sé senza capacità e competenze specifiche.
Nasce così la figura del marionettista “completo” che affianca al lavoro del palcoscenico quello dei laboratori, in un ciclo che porta dal materiale grezzo al prodotto artistico, rendendo questa struttura unica al mondo.

Il laboratorio di Scultura


Il laboratorio di scultura si occupa della realizzazione delle marionette, partendo dal blocco grezzo di legno, che viene intagliato a mano con gli scalpelli. La testa della marionetta, che viene ideata sulla base delle particolari esigenze sceniche e di cui viene realizzato un bozzetto, viene prima scolpita e, quindi, tagliata al fine di inserire gli occhi in vetro e, ove necessario per lo specifico personaggio, per realizzare il movimento della bocca.
Le mani vengono anch’esse scolpite da un blocco di legno grezzo, così come il busto, le gambe ed i piedi. Le braccia vengono realizzate con un tubo di stoffa, riempito di segatura e, quindi, collegate alle mani, a cui prima viene preparato uno snodo per simulare il movimento del polso.
La testa e le mani vengono dipinte, a seconda della specifica tipologia del personaggio ed, infine, il tutto viene assemblato con perni in ferro.
L’ultima fase della realizzazione della marionetta è la costruzione del bilancino, la croce in legno a cui sono attaccati i fili in acciaio che servono per sostenere il peso della figura e quelli in cordetta che servono per imprimere i diversi movimenti al personaggio. Una volta collegati i fili alla marionetta, il personaggio è pronto per la vestizione.

Il laboratorio di Sartoria


I costumi vengono ideati sulla base di specifiche ricerche sui testi di storia del costume, una volta che il regista ha dettato le linee estetiche ed artistiche dello spettacolo. Viene realizzato un bozzetto a cui fa seguito la scelta dei tessuti e delle bordature. I materiali utilizzati devono essere naturali, in alcuni casi antichi, in quanto i costumi realizzati per le nuove produzioni potrebbero, in futuro, essere utilizzati insieme ai vecchi costumi ottocenteschi, e devono risaltare allo stesso modo sotto le luci del palcoscenico.
La confezione del costume viene realizzata con la sapienza e le tecniche artigianali del passato, utilizzando il ricamo, la lavorazione ad uncinetto e a maglia. Il costume si compone di diversi pezzi che vanno dalle calze alle mutande, le sottogonne e le maglie, per arrivare al costume vero e proprio, realizzato a seconda dell’epoca storica in cui lo spettacolo è ambientato.
Il costume è spesso essenziale per definire, insieme alla scultura del volto, il carattere del personaggio, ed il suo stato d’animo. Insieme alla scenografia contribuisce a creare l’atmosfera in cui si svolge l’azione.
Al settore “sartoria” si riferisce anche la confezione delle parrucche, delle barbe e dei baffi nonché delle calzature dei gioielli.

Il laboratorio di Scenografia


La scenografia per il teatro delle marionette deriva direttamente dalla sapienza del teatro barocco: è l’elemento più importante per creare l’ambiente in cui si muove la marionetta ma, principalmente, per creare l’illusione tipica del teatro delle marionette, ovvero la perdita del senso della dimensione, in assenza della figura umana di raffronto. La tecnica di raffigurazione che viene esaltata è la prospettiva, che permette di creare ambienti che sembrano immensi, anche se, in realtà, il palcoscenico delle marionette è profondo pochi metri. Tale effetto viene accentuato dall’utilizzo di marionette di diverse dimensioni, grandi al proscenio e piccole sul fondo. E’ questa la forza del teatro di marionette a confronto con il grande teatro ufficiale barocco. In quest’ultimo, in presenza di scene dipinte con la prospettiva, l’attore “umano” doveva sempre agire al proscenio, senza poter “entrare” nello spazio finto creato dalla scenografia per non svelare l’illusione ottica. La marionetta, che può essere di diverse dimensioni, non ha questo problema; può muoversi all’interno di tutto lo spazio scenico, sfruttando appieno la potenzialità della scena prospettica.
La scena è realizzata su carta, che, rispetto alla tela, ha il vantaggio di essere meno pesante e più facilmente trasportabile, specie quando si tratta di spostarne decine di pezzi.
Prima di procedere alla realizzazione della scena, viene eseguito un bozzetto, sviluppato secondo le specifiche esigenze del testo e le idee artistiche del regista.
La carta è prima preparata ed incollata, quindi, utilizzando i colori a “terra” uniti con leganti vinilici ed acqua, viene abbozzato il disegno che, in seguito, sarà sviluppato e realizzato nei minimi dettagli. Una volta finita, la scena viene “fortezzata”, ovvero vengono apposti i rinforzi in tela lungo i bordi e lungo le pieghe, al fine di rinforzare le parti più sottoposte ad usura.
Le scenografie sono in genere composte da più pezzi: un fondale davanti al quale vengono posti fino a tre ordini di quinte, a seconda delle necessità di creare uno spazio più o meno grande per il movimento delle marionette.